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Disturbi osteoarticolari

È possibile gestire infiammazione e dolore articolare in maniera naturale, senza ricorrere all’uso continuo dei farmaci?

Infiammazioni e traumi osteoarticolari accompagnati da dolore e rigidità, artrosi, artrite, demineralizzazione, mal di schiena cronico, stati di tensione muscolare localizzati sono molto diffusi e minano la qualità di vita di chi ne soffre.

La causa di questi disturbi è spesso una degenerazione progressiva delle cartilagini e delle ossa dovuta, soprattutto nelle persone anziane, ad uno squilibrio tra “usura e rigenerazione”. Responsabili lo stile di vita, la sedentarietà, l’alimentazione non adeguata, lo scarso apporto di nutrienti funzionali.

Ci possono essere inoltre cause metaboliche dei disturbi,come nel caso della gotta e dell’osteoporosi, o cause infettive ed immunologiche come nelle forme reumatiche o nell’artrite reumatoide.

Il deterioramento è a volte accelerato dalle stesse terapie cui si fa ricorso in maniera autonoma e sconsiderata per combattere il dolore e l’infiammazione: analgesici, antinfiammatori non steroidei, cortisonici.

La prescrizione di questi farmaci, preziosa nei casi di effettiva necessità, andrebbe fatta sempre da parte del medico e dovrebbe essere limitata nel tempo, per prevenire i loro possibili effetti collaterali.

Resta comunque fermo che dolore, infiammazione, rigidità solo solo sintomi, le cui cause vanno ricercate e trattate intervenendo in maniera integrata e multifattoriale, correggendo lo stile di vita, la sedentarietà,l’alimentazione e le carenze nutrizionali .

Nell’ambito degli interventi naturali e dell’integrazione, la fitoterapia con estratti di piante come Boswellia, Curcuma, Ananas, Equiseto, ecc.. può dare degli ottimi risultati per lenire il dolore, mitigare l’infiammazione, svolgere un’azione antiossidante e trofica utile a mantenere nel tempo flessibilità e movimento.

Preparati di alta qualità a base di queste piante possono costituire un’alternativa naturale ai farmaci antinfiammatori generalmente usati ed anche alle massicce e spesso non equilibrate somministrazioni di minerali, soprattutto di Calcio.

Quisedol

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Quisedol, un integratore della linea all’Equiseto di Promin, integra estratti vegetali selezionati ed associati per la loro funzione antinfiammatoria e drenante (Curcumina e Bromelina), analgesica (Boswellia serrata), antiossidante (SOD), mineralizzante (Equiseto arvense).

In particolare, l’Equiseto o Coda cavallina contiene nel fitocomplesso Potassio, Calcio, Sodio, Magnesio, Fosforo, oligoelementi e soprattutto Silicio, minerale fondamentale nel processo di calcificazione delle ossa in quanto favorisce il deposito di Calcio negli osteoblasti.

Sotto forma di Silice organica, il Silicio contenuto nell’Equiseto è facilmente assorbito nel tratto gastrointestinale e quindi molto biodisponibile e può aiutare ad evitare l’assunzione di dosi massicce di minerali, soprattutto di calcio.

Anche importante nei disturbi artro-reumatici l’integrazione con preparati a base di vitamine e minerali come Magnesio, Potassio, Zinco i quali, se biodisponibili ed in dose equilibrata, possono ridurre gonfiori e contratture, fornire nutrimento a nervi, ossa e cartilagini.

Gli ascorbati minerali

Tra le varie forme di integratori disponibili sul mercato sono preferibili gli ascorbati minerali come CK Promin ascorbato di potassio e Ascopromin Mg ascorbato di magnesio, che forniscono i due minerali in forma molto biodisponibile ed apportano contemporaneamente una quota  di vitamina C fondamentale per la salute delle ossa.

CK Promin e Ascopromin Mg hanno il vantaggio di essere senza additivi, conservanti ed edulcoranti e possono essere assunti contemporaneamente (preferibilmente CK Promin alla mattina ed Ascopromin Mg alla sera) o in alternanza, per cicli anche prolungati.

Ascopromin Mg


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Ck Promin


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Bibliografia:

D Heber et al.(2007)PDR for Herbal medicines. IV edition Thomson
S Bratman, D Kroll (2000) Natural Health Bible. 2nd edition. Prima Health

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Ching-hong Chen and Joyce Lewin (1969) Silicon as a nutrient element for Equisetum arvense. Canadian Journal of Botany, 1969, 47(1): 125-131.
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